
I NOSTRI PROGETTI
La logica che ci guida nello scrivere e nel condurre i progetti è quella di fare posto alla singolarità di ogni soggetto, farlo emergere attraverso le sue parole. La creta, la ceramica, i libri, la musica... sono solo un mezzo per arrivare a fare emergere il soggetto attraverso le sue parole. Il malessere è qualcosa di indicibile, e l'obiettivo dei laboratori è che si arrivi a poter dire qualcosa del proprio dolore, del proprio malessere. Dunque la logica dell' intervento è: l'operatore si rivolge al ragazzo per farlo sorgere come soggetto, perché qualcosa del suo malessere, qualcosa della sua intimità più profonda, possa emergere ed essere detto. Il fine dunque è trattare la sofferenza mettendola in forma e provando a dirne qualcosa.
“Mali in pasta” è un progetto, offerto dal Centro Lacaniano di Psicoanalisi Applicata di Rimini, indirizzato a giovani in età puberale e mira ad affrontare il malessere indicibile che questa età particolare, in congiuntura con gli eventi traumatici degli ultimi anni, comporta per il soggetto. Gli effetti di questo disagio li troviamo nelle classi: aumento dell’abbandono scolastico, dell’isolamento, di agiti aggressivi e della delinquenza minorile.
A tal proposito si rende necessario creare un luogo dove i vari malesseri possano assumere una forma ed essere lavorati, in questo caso tramite lo strumento della creta con il supporto di un artista, accompagnato da un lavoro di parola con alcuni psicologi-psicoterapeuti.
Alla base del progetto si pone la constatazione che, per gli adolescenti, la parola è spesso uno strumento di offesa. Si parte quindi dal fatto che c’è un uso della parola che mette fuori gioco l’Altro per arrivare a giocare con il suono, le parole, i testi e la scrittura.
Si tratta di prendere in conto questo uso per creare una cornice in cui la rottura in atto possa essere messa in gioco altrimenti.
Per questo si propone uno spazio dove la musica serva da strumento per operare uno spostamento verso il gioco. Saranno quindi usati diversi mezzi: oltre alla possibilità di suonare strumenti portati da chi propone il laboratorio (chitarra, pianola, glockenspiel) nel laboratorio non viene preclusa nessuna possibilità di servirsi di qualsiasi cosa possa fare musica: dalla voce al corpo agli oggetti a disposizione. L’uso di oggetti ordinari in modo straordinario è una strategia che verrà adoperata (ad esempio suonare il tavolo, le sedie, i fogli, le matite, barattoli e altro ancora che può produrre suono, nella logica dei buskers, musicisti di strada), insieme anche all’uso del disegno e della scrittura.